Le ragazze incominciano a farmi stare meglio con le loro buone parole.
Ariel è una persona fantastica: la conosco da poco, eppure è una ragazza amabile che ti sostiene e appoggia nei momenti più difficili. Ciò che mi ha colpito dalle sue parole, è il fatto di aver detto che i miei poteri, ai suoi occhi, sono belli. Nessuno mai (a parte mia sorella quando era piccola) mi aveva detto una cosa del genere. Quando ho mostrato il mio potere a tutti alla festa, erano tutti intimoriti e questo significava che per loro, il mio ghiaccio era un'arma spaventosa, pericolosa se non addirittura.
Per Ariel invece lo considera un potere speciale se usato per fin di bene, potrei fare cose meravigliose e potrebbe essere utile in caso di salvezza. Bella parola. Come, se non so la chiave nel controllarlo? Ma dati i suoi conforti, mi sento già meglio.

Daenerys inizialmente mi teneva a distanza e la cosa mi aveva fatta turbare molto. Questo mi ha fatto dispiacere perché significava che lei non aveva fiducia (o simpatia chissà) in me.
Fortunatamente le cose non stanno come credevo e anche lei mi conforta e mi incoraggia. E sinceramente non mi sarei mai aspettata che nascondesse anch'ella un segreto simile.
Uccidere persone con la propria magia... penso. Ora che ci penso, anch'io stavo per uccidere da piccola mia sorella.
"Anch'io ti capisco perfettamente" le dico ad un tratto. "Da piccola, stavo per uccidere mia sorella con il mio potere mentre stavamo giocando. Quindi comprendo perfettamente la situazione." Mi domando quali sono state le due persone a lei care che le ha viste perire a causa della sua magia. Ma non è affar mio e ora come ora, non è il momento di confidare passati e paure per quanto utile sia stato. E'il momento di capire dove ci troviamo e come possiamo trovare la via del ritorno.
Poi pensando... E se creassi io un abito per Daenerys con i miei poteri? In effetti non ci ho mai provato... Se sono capace, o meglio se ero capace di armeggiare le mani per creare pupazzi e fiocchi di neve, che sarà mai un vestito?

Cercando di trovare un rifugio, per rompere un po' il ghiaccio, Kayley mi fa una domanda. Una bella domanda.
Questo significa che dovrò omettere diversi particolari, di certo non le potrò dire di essere stata nel mio castello mentre là fuori, a pochi metri dal mio palazzo, stava per scoppiare (ammettiamolo, era già scoppiata) una guerra.
Mi fingo di essere una liceale... ah, a proposito, saprà cosa sia una liceale?!

"Mi trovavo a scuola quando all'improvviso, ho sentito degli spari non molto distanti dall'edificio. Sai com'è, nel mio paese, è diventata una cosa abituale proclamare guerre e spargere sangue ovunque..."

Ripenso con tristezza a quello che stavo passando prima che mi catapultassi qui, ero nella mia stanza del castello a leggere un libro, quando degli scoppi e urla tremende della gente mi sussultarono dalla paura.
Volevo essere d'aiuto ma non avevo la giusta dose di forza e autorità nell'intervenire. Chissà... stare lontana dall'Area 11, mi farà molto bene. Sono una Principessa e non debbo dimenticare i miei doveri ma non sono nemmeno la vera reggente di Britannia, non ho alcun potere. Se fossi una dittatrice, smetterei definitivamente con queste guerre, basta conquistare e rasare al suolo queste povere genti. Ci metto la mano sul fuoco che i Barbari e gli Assiri erano meno aggressivi e conquistatori di noi Britanni.
Spero davvero che mia sorella riuscirà a calmare le acque, essendo un po' aggressiva, si lascia trasportare molte volte dai sentimenti negativi ma so che non è una persona violenta.

Dopo un po', mi rendo conto che ho risposto da parecchio tempo alla sua domanda e tra di noi è sceso un silenzio agghiacciante. Decido di farle anch'io la stessa domanda.
"E tu?" senza troppi giri di parole.

Ricordo poco ciò che ho passato ore fa. Mi sveglio con una forte emicrania, non riuscendo minimamente a capire cosa diavolo sta succedendo.
So solo che mi ritrovo in una foresta, vicino alle sponde di un fiume. Dov'ero prima? Cosa stavo facendo in quel momento? Queste domande incominciano a tempestarmi in mente senza però trovare una risposta.
Dei fiori catturano l'attenzione dei miei occhi, facendomi ricordare qualcosa di molto importante e familiare.
Questi fiori mi sembra di averli già visti... se non erro nel Regno di Arendelle... Arendelle?
ORA RICORDO TUTTO!

Ero ad Arendelle per partecipare alla festa di incoronazione della nuova sovrana di Arendelle. Avevo conosciuto Anna, una giovane principessa molto ingenua, sorella minore della nuova reggente del Regno. Senza neanche troppi sforzi e tattiche complesse, ero riuscito a farle innamorare di me e di chiederla di sposarmi. Il piano stava andando così bene, così perfetto, così liscio come l'olio che proprio sul più bello, quella dannata strega dei ghiacci ha rovinato tutto (e sinceramente non me l'aspettavo che quella gelida neo-regina possedesse un così temibile potere, era proprio per questo che se ne stava sempre rinchiusa nella sua stanza).
E pensare che ero lì per avere fama, gloria e onore ma soprattutto... potere. Perché nel mio paese d'origine non sono davvero nessuno, solo un semplice principe con un ruolo da emarginato e senza valore.
Non sarei MAI potuto diventare Re Delle Isole del Sud visto la quantità numerica di fratelli che ho. 12 fratelli. Uno più... spregevole dell'altro.

Di certo il mio piano non è per niente una cosa buona e giusta ma non ho la benché minima intenzione di passare il resto dei miei giorni come un Principe zimbello.
Non mi interessa se quello che faccio e che farò è crudele tanto da infangare la mia reputazione. Pur di ottenere la casata di un trono, farò qualsiasi cosa, anche morire se è necessario. Se avessi avuta una brava famiglia e dei fratelli amorevoli, di certo avrei preso tutta un'altra strada. Ma è troppo tardi per tornare indietro.

Peccato che io non mi trovi ad Arendelle e qui penso che non ci sia proprio nulla da conquistare.
Decido di spostarmi per valutare meglio la situazione fino a quando non noto una fanciulla seduta su una roccia più un'altra con dei capelli biondi mossi sulla stessa sponda che cerca di avvicinarsi a lei.